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Visualizzazione dei post da 2015

Nonna.

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Stamattina Google mi ha ricordato che è la festa dei nonni e io l’ho ricordato a te, telefonandoti.  Siamo lontane, ma il pretesto per sentirci sappiamo bene come trovarlo per ritrovarci. Sempre. Tu sei l’unica nonna che io abbia e io sono la tua nipote più grande. Tu mi hai insegnato molto e continui a darmi lezioni di vita con la tua forza d’animo che si traduce in forza fisica, nonostante le tue novanta primavere, la tua schiena che fa i capricci e quel bastone al quale ti appoggi da quando tuo marito non c’è più. Mi hai insegnato a ricamare, a fare il punto croce, il punto a giorno, a fare la maglia di lana e la pasta all’uovo, a piegare bene i panni appena ritirati per poterli stirare col minimo sforzo, a dire un proverbio per ogni situazione e a lasciarsi andare ad una risata anche quando le uniche cose a scappare sarebbero le lacrime. Mi dici spesso “Beato chi ti si prende!” e mi ricordi che il corredo che hai preparato per me è nella cassapanca in camera tua. Io ti ascolto,

Conservare.

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Gerarchia, meritocrazia e gavetta sono concetti che ho imparato fin da piccola grazie ai pomodori.   Agosto era il  mese delle conserve da aggiungere a quelle dell’anno prima che sarebbero in ogni caso bastate per altri dieci anni.  Sveglia all’alba e donne all’opera. Ricordo che la notte prima si andava tutte a dormire con una sana ansia da prestazione.  La prima ad alzarsi era sempre e comunque nonna, nonostante i tentativi di dissuasione da parte di figlie e vicine di casa perché “non ci corre dietro nessuno!”. Nonna  Rosa predisponeva l’ambiente di lavoro nel migliore dei modi con tutto il necessario perché i pomodori rossi e lunghi passassero attraverso le varie fasi di lavorazione: prima l’accurato lavaggio, poi l’asciugatura, seguita dall’eliminazione della buccia, poi dallo spaccamento a metà dei pomodori e l’inserimento degli stessi in barattoli trasparenti nei quali venivano infilate delle profumate foglie di basilico che lei aveva accuratamente lavato e asciugato la ser

Cinderella Reloaded

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" Dopo qualche giorno bussò alla loro porta il paggio che portava su un cuscino la scarpetta perduta. Per ordine del re tutte le fanciulle del regno dovevano provarla, ma solo chi fosse riuscita ad infilarla avrebbe sposato il principe. Cenerentola prese al volo la scarpetta dal cuscino del paggio, la avvicinò alla pentola piena di bollente sugo messa sul fuoco e fece fare al pezzo di morbido pane un tuffo carpiato nel pomodoro. Tenendo sempre la scarpetta tra le dita, la tirò su portandola verso la bocca e la mangiò in un solo boccone.  E vissero tutti felici e contenti perché satolli " [Da "Cenerentola pane al pane" ]

Tipi maschili dalla A alla Z

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Anaffettivo : conosce un numero spropositato di persone ed è sempre pronto a conoscerne di nuove. Riesce a metterti a tuo agio, fa sì che tu ti confidi con lui, ma quando arriva il turno delle sue confidenze, si trincera dietro una corazza di silenzio. Potresti trovarti bene con lui solo se sei anaffettiva anche tu. Bugiardo : mente perché non riesce proprio a dire la verità. Mentirà su quanto zucchero mette nel caffè a colazione, su quanta fiducia ripone nel genere umano e su quanto interesse prova nei tuoi confronti. Se lo conosci lo eviti, proprio come faceva Pinocchio con la scuola. Corteggiatore : ti lusinga con mille complimenti, ti fa sentire costantemente al centro delle sue attenzioni, ti chiede di uscire, tu accetti e lui continua ad invitarti per altre mille uscite. Non appena tu gli fai notare che vorresti rendere il vostro rapporto più concreto lui si spaventa e scappa via…a corteggiare un’altra. Distratto : sa bene che porre doma

Il paese è piccolo.

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Il tuo paese è piccolo. Così piccolo che non ha l’ospedale, né il cinema né la stazione.  Se hai bisogno di  partire –per l’altro mondo, con la fantasia o per cose di lavoro – è necessario che tu raggiunga il paese più grande vicino al tuo, quello che ha un ospedale, due cinema e tre stazioni tre. Ormai te ne sei fatto una ragione e ti sta bene così. Sei l’ultimo di cinque figli e sei l’unico che è rimasto esattamente dov’ è nato. I tuoi fratelli sono andati via dal paese piccolo piccolo e ci tornano solo in occasione di feste comandate e funerali, occasioni  dalle quali non si scappa, quelle per le quali si chiude un occhio e si apre il portafogli. Tra i tuoi fratelli e sorelle c’è chi ha sposato la figlia di un ricco possidente terriero, chi è convolata a nozze con un dirigente aziendale, chi con una professoressa, chi con un architetto e poi ci sei tu che non ti sei sposato. E’ stata una tua scelta e ti ritrovi a ribadirlo con fermezza quando tua madre ti dice «Il mio des